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Il giardino che non c'è

Installation | 2018
Ceramics | Nails
Variable dimensions

Arianna De Nicola ha concepito uno spazio metaforico dove il giardino viene pensato e decostruito in una tensione dialettica tra l’elemento materico e la smaterializzazione dell’immagine, attraverso i codici formali e intellettuali di una visione dominata dalla monocromia. La scomparsa del giardino e la sua riapparizione trasfigurata costruiscono così un ponte tra la percezione dello spettatore e la sua presenza fisica nello spazio dell’installazione, negli ingranaggi costruttivi di un’opera che cerca di produrre stimoli di conoscenza attraverso un meccanismo di sottrazione fondato sulle coordinate minimali di un lavoro dominato dal bianco. Con uno sguardo spiazzante, e solo apparentemente raggelato, De Nicola, come un giardiniere paziente o come l’architetto di un paesaggio immaginario, dà forma alla sua vegetazione assente, ricomposta e presente attraverso la sua parafrasi artificiale e oggettuale, ritornando probabilmente alla memoria e alla nostalgia di un giardino perduto e possibile, forse di quel giardino edenico che resta come un archetipo del nostro profondo e che rappresenta il modello ideale di ogni giardino creato o negato. L’artista immagina e coltiva allora la sua opera come una rappresentazione dell’altrove verso il quale si vorrebbe forse ritornare, in una sospensione concettuale e quasi metafisica che ci riporta al grado zero del rapporto dell’uomo con il mondo, uno spazio dove, nella dialettica incessante tra natura e cultura, il giardino diventa il modello di un nuovo dialogo con il paesaggio e con la storia.
Lorenzo Canova
Il paesaggio, il mito, il corpo e lo spirito, quegli aspetti evocativi e generativi del mondo, sono le suggestioni del giardino che non c’è, il nuovo lavoro site specific di Arianna De Nicola. Attraverso l'uso della bianca ceramica si creano spazi fisicamente ed emotivamente risonanti che fungono da ponti tra il passato e il presente; un momento di immobilità e riflessione su un orizzonte altrimenti in rapido movimento di pensiero e attività. Le diverse opere unite dal colore bianco rimandano ad una nuova dimensione che la stessa artista definisce una dimensione minimalista che sfida la gravità e stimola con leggerezza un senso di disorientamento, producendo un effetto di tensione spaziale. La De Nicola ha ideato e curato il bianco rendendolo protagonista di processo che mette oggetti in dialogo tra loro e con gli spazi che li circondano. Il bianco non è un colore neutro: obbliga altri colori a rivelarsi. Il suo vuoto suggerisce sia l'inizio sia la fine, mentre la sua purezza evoca l'impossibilità e l’ossessione.  Il giardino - spazio simbolico delle utopie e delle convinzioni - diviene luogo in cui si genera un nuovo cammino attraverso passi discreti, silenziosi e forti che, inaspettati, invitano a un viaggio di scoperta tranquillo e serendipico.
Piernicola Maria Di Iorio